Donna gioiese vittima inconsapevole di “Revenge Porn”
A molti dirà poco, ma ai più disinibiti “Onlyfans”, sito web che offre un servizio di intrattenimento e tramite un abbonamento mensile consente di “vendere” ai propri fan foto, video e quant’altro, è noto. La piattaforma manca deliberatamente di una politica restrittiva sui contenuti e questo a volte fa la “fortuna” di chi propone la propria mercanzia, solitamente foto o video personali spesso innocui, che alimentano fantasie “malate” – ad esempio schiacciare un verme a piedi nudi – e che espongono, quando si va oltre e si incappa nel fan sbagliato, ad umilianti e seri incidenti di percorso.
Ed è proprio questo che è successo ad una nostra concittadina ritrovatasi vittima di revenge porn, in quanto un video privato, assolutamente non pubblico condiviso sulla piattaforma è stato riprodotto e fatto girare per mari e monti, su tutti i social e persino tramite whats app, divenendo virale. La famiglia della donna era al corrente di questa iscrizione che potrebbe configurarsi come un “lavoro” che per altro non implica alcun contatto diretto tra le parti, criticabile quanto si vuole ma ben diverso dalla prostituzione, accusa rivolta con davvero poco tatto e rispetto e tanta, tanta invidia e cattiveria da conoscenti e finti “amici” che hanno gettato in un profondo sconforto la giovane donna, tanto mettere a repentaglio la sua stessa vita.
Solo la vicinanza della sua famiglia le ha consentito di risalire il baratro in cui questa situazione l’ha precipitata.
Una riflessione a margine di questa vicenda è d’obbligo. Quello dell’influencer è oggi un vero lavoro, senza intermediazioni o agenti si possono raggiungere guadagni importanti ed il successo. Queste piattaforme nascono per trasformare in imprenditori dell’immagine persone comuni, magari di bell’aspetto, con guadagni immediati e “facili” che possono tornare utili in particolari momenti della vita. Una giustificazione? No, una libera e consapevole scelta. Ma coloro che spendono 200 euro per veder schiacciare un verme a piedi nudi, 500 per osservare un seno e molto di più per entrare con lo sguardo nell’intimità di una donna, che si divertono a far poi girare i video senza rendersi conto che oggi si è tracciati e tracciabili su tutto e che il reato non resterà impunito solo perché non compare il proprio nome, come andrebbero considerati?
Seconda riflessione… Chi questa scelta la compie deve considerare la possibilità che il proprio volto e corpo vengano visti anche da chi fan non è, e quindi psicologicamente fortificarsi in vista di questa eventualità o porsi a monte dei confini da non valicare, ricordando che assecondare le debolezze e le perversioni di sconosciuti in cambio di un facile guadagno, non è un esempio positivo per i più giovani, sicuramente multitasking e nativi digitali, ma poco attrezzati per far fronte alle conseguenze di determinate scelte. Qualcuno lo chiamerebbe cyberbullismo, con gregari social e spettatori passivi… Non vi è fascia di età che ne sia esclusa. Fa male… sempre.