Festa del Papà tra auguri origini e dolci tipici
Come ogni anno sin dal 1968, oggi, 19 marzo, si festeggia in Italia la festa del papà. Come spesso accade, queste feste vengono strumentalizzate per fini commerciali, perdendo così il loro vero significato. Addirittura, capita che si onori una ricorrenza senza conoscerne il reale perché. Allora per quale motivo il papà viene festeggiato proprio il 19 marzo?
Come in molti Paesi di religione cattolica, si è scelto questo giorno perché ricorre “San Giuseppe”, marito di Maria e padre di Gesù che, proprio per questa ragione, costituisce il modello per eccellenza di marito e padre.
Storia e diversità. Le origini di questa festa sono da far risalire agli USA. Nel 1908, la causa della festa del papà era stata sostenuta da una chiesa della Virginia con un sermone in memoria di 362 uomini morti nel crollo di una miniera.
Tuttavia, fu la signora Sonora Smart Dodd – a Spokane (Washington) – a sollecitare l’ufficializzazione della celebrazione: molto devota a suo padre, veterano della guerra di secessione americana, che aveva cresciuto da solo lei e i suoi fratelli, decise di organizzare una festa in suo onore proprio il giorno del suo compleanno, il 19 giugno, tuttora data in cui è festeggiato il papà in America.
Anche in Russia il papà viene celebrato in data diversa da quella italiana, ossia il 23 febbraio, e la festa assume un significato civile in quanto coincide con il giorno in onore dei difensori della patria. In Corea del Sud invece il giorno dei genitori è l’8 maggio, mentre in Germania il papà si festeggia in occasione dell’ascensione, quaranta giorni dopo Pasqua.
In Italia. Secondo la tradizione italiana San Giuseppe, oltre ad essere il patrono dei falegnami e degli artigiani, è anche il protettore dei poveri, perché a lui e Maria fu negato un riparo per il parto. Da qui l’usanza di alcune regioni del Sud di invitare i poveri il 19 marzo al banchetto di San Giuseppe.
Inoltre, vista la coincidenza di questa data con la fine dell’inverno, i contadini in passato erano soliti bruciare sterpaglie e cumuli di legna per ripulire i campi. Attorno a questi fuochi si radunavano le signore anziane, intonando inni e pregando San Giuseppe: la tradizione dei falò è viva ancora oggi in Italia.
Questa festa costituisce un’occasione di ritrovo familiare, ed è amata soprattutto dai bimbi che onorano la figura paterna con pensierini realizzati a scuola o recitando filastrocche e poesie. Ma esiste un regalo più gradito di un dolce preparato a mano? Certamente no, e la nostra tradizione culinaria non delude mai, nemmeno in occasione della festa del papà. Al nord il dolce tipico è la “raviola”, ossia un piccolo involucro di pasta frolla richiuso sopra una cucchiaiata di marmellata, crema o altro ripieno, poi cotto al forno o fritto.
In alcune regioni del centro è diffuso un dolce, sempre fritto, a base di riso cotto nel latte a cui si aggiungono a piacere uva passa o canditi. Dolci a base di riso, noti come “zeppole di riso”o “crispelle di riso”, sono diffusi anche in Sicilia.
Nel sud invece il dolce tipico della tradizione pasticcera italiana è la “zeppola”. I suoi ingredienti principali sono la farina, l’acqua, le uova e il burro. Esistono due versioni di questo dolce, che può essere cotto al forno, per una versione “light”, oppure fritto in abbondante olio con l’ausilio di carta forno. Il dolce viene poi arricchito da crema pasticcera e decorato con amarene sciroppate e una spolverata di zucchero a velo.
Auguri a tutti i Papà.