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“Metamorphosis” di Michele Fasano in distribuzione nelle sale italiane

Con grande orgoglio condividiamo con i lettori il successo di un nostro concittadino, il regista gioiese Michele Fasano, che con il suo film Metamorphosis ha vinto 60 premi e dal 16 maggio sarà in distribuzione in tutte le sale cinematografiche d’Italia.

L’anteprima assoluta di distribuzione in sala avrà luogo il 9 maggio al cinema Modernissimo della Cineteca di Bologna, sabato 25 maggio il regista sarà alle ore 20 a Matera presso il cinema comunale della città.

Il film pluripremiato ha infatti raggiunto in meno di due anni il palmares di ben 60 awards conquistati candidandosi a Festival cinematografici in tutto il mondo. Per l’esattezza ha vinto quattro premi in Italia, sette in Europa, quattro negli Stati Uniti, uno in Canada, uno in Giappone, trentatré in India, nove a Singapore e tre in Africa, gli ultimi pochi giorni fa al “Saath Jiyo Foundation International Film Festival” (Nawada – Bihar – India) dove si è classificato Best Feature Film, Best Animation Film, Best Foreign Film, Best Animation Director, Special Jury Award e Best Film of the year 2024, con oltre 56 tra segnalazioni e menzioni speciali, un film davvero da guinness.

Ne parla anche Roberto Salahaddin Re David che ha composto le musiche originali dell’opera.

“Ad accompagnarmi in questa prestigiosa avventura, ispirata da un poema persiano del XII secolo, del mistico sufi Farid al-Din ‘Attar, ci sono i miei più fraterni collaboratori: Federica Del Gaudio al Violoncello, Giuseppe Amatulli ai Violini, Graziano Cammisa per la registrazione e il missaggio della musica, Diego Pugliese per le programmazioni e infine Riccardo Nanni per il sound design. Il film è stato pluripremiato in diversi festival cinematografici in tutto il mondo, come migliore regia e miglior film, e per la sua originale bellezza e i suoi profondi valori spirituali… Invito tutti ad andarlo a vedere.”

Il film narra di uno stormo di uccelli che viaggia al seguito di Upupa, verso la Montagna di Kafh, dimora di Re Simourgh, che può dare tutte le risposte alle loro domande. Tra sogno e realtà, i volatili attraversano le sette Valli. I più si perdono per strada, tranne i quattro di loro che vivranno l’esperienza di altrettanti personaggi umani reali: Monika (Albania), Abdurrahman (Turchia), Jihad (Siria) e Susan (Israele). Personaggi molto diversi l’uno dall’altra, per età, genere, cultura e religione, territorio di origine e mitologie, paesaggi geografici e background storico e psicologico.

Tuttavia, per i casi della vita, ma sulla base della propria specifica differente ortodossia, ognuno di loro vive contemporaneamente in due o più religioni. Non solo «accanto», in un atteggiamento di tolleranza, ma «abitandone più d’una allo stesso tempo». Il cinema d’animazione, per via di metafora, consente di dare visibilità sia alla loro comunanza spirituale, nella loro assoluta differenza culturale, sia all’antichità della tradizione sapienziale in cui tale comunanza si inscrive: la religione dell’Amore. Alla fine solo a sei uccelli sarà rivelato il segreto: all’Upupa che li guida (ma anche lei dovrà prima imparare qualcosa); ai quattro che avranno vissuto l’esperienza d’Amore di quei personaggi umani, più ad un sesto, il più improbabile di tutti.

In una recente intervista rilasciata alla rivista nazionale “Ciak” Fasano ha dichiarato di aver girato il materiale di repertorio in Albania, Turchia, Siria e Israele 15 anni fa quando stava montando l’ansia islamofoba perché voleva realizzare un documentario fuori dal coro e contro il senso comune di una ignoranza che si sta coltivando ormai da decenni, tornando alle radici del pensiero monoteista e celebrandone l’amore nell’arcobaleno che simboleggia la diversità dell’unità.

“Occorre riappropriarsi dello spazio del fondamento per troppo tempo abbandonato in balia dei fanatismi. Il mito ha sempre veicolato un nucleo creativo profondo e universale, comune a tutte le culture. Occorre tornare a tradurlo. L’amore è questo fondamento e vi si accede quanto più si opera a deporre le ansie identitarie. Mi sono reso conto che per esprimere al meglio quello che volevo dire, non bastava raccontare le vicende di Monika, Abdurrahman, Jihad e Susan ma era necessario filtrare attraverso il disegno, perché le storie emergessero in tutta la loro potenza in un gioco tra realtà e finzione. L’animazione degli uccelli e la favola mentre il l’uso del rotoscopio serve da ponte, mostra una realtà stretta tra il mondo colorato e spirituale degli uccelli e quello in bianco e nero della violenza della Storia. i personaggi umani si sforzano di dare colore e spiritualità al mondo di tenebra evocato da materiali fotografici che richiamano genocidi in Bosnia e Kosovo la Shoah di Salonicco il Pogrom di Istanbul, il genocidio degli Armeni, la questione siriana e quella palestinese.”

Prossima produzione cui sta già lavorando Michele Fasano è “La principessa delle acque”, un viaggio di iniziazione di due adolescenti tra Oriente e Occidente dove torna al tema a lui più caro: nella violenza del mondo la bellezza viene a cercarci.

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