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A proposito di rifiuti. La Bottega: “Sensibilizzazione ambientale…cinque anni dopo”

“Alexandre Dumas nel trittico dedicato ai “Tre moschettieri” intitolò il secondo romanzo “Vent’anni dopo”. Se a D’Artagnan servirono quasi vent’anni per ricongiungersi con i suoi amici, all’amministrazione Mastrangelo ne sono bastati “solo” cinque per ricordarsi di attuare una campagna di sensibilizzazione ambientale.

Meglio tardi che mai e non fa niente se ci si è ridestati dall’amnesia a due mesi dal voto perché preferiamo che l’assessore di riferimento uscente parli di questo nei prossimi comizi elettorali piuttosto che promuovere il controllo delle abitazioni di alcune “razze” che secondo le sue personali statistiche sono responsabili dell’80% dei furti (per non dimenticare: https://video.repubblica.it/edizione/bari/alcune-razze-fanno-piu-reati-nel-barese-bufera-su-segretario-cittadino-della-lega/329693/330294).

Qualcosa da dire però c’è, a partire dalla scelta stilistica del manifesto utilizzato per questa campagna vessatoria piuttosto che di sensibilizzazione. Siamo consapevoli che la scelta e i pareri sulla suddetta campagna siano riconducibili alla sensibilità individuale di chi la commenta varie forme di violenza tra cui quella verbale, il “NON VALI NIENTE” presente sul manifesto, giustificabile o meno per l’intento da perseguire, stride con certi obiettivi. Inoltre, stando alle percentuali (vere) che indicano una TARI evasa dal 25% dei contribuenti, fa sorridere amaramente che il prototipo dell’evasore sia una signora anziana che magari, proprio per mancanza oggettiva di precedenti campagne di sensibilizzazione mirata, ad oggi ancora non ha capito perché debba gettare l’umido solo in alcuni giorni della settimana.

La campagna di sensibilizzazione dell’assessore Etna non si limita ai manifesti ma arriva sino ai banchi dell’amministrazione, dove però è costretta a fermarsi a seguito di alcune domande poste dai nostri consiglieri Milena Pavone e Luca Nicastri nell’ultimo consiglio comunale. Tralasciando i passaggi pur condivisibili su cicche di sigaretta e deiezioni canine di cui ognuno di noi, negli stessi termini e con la stessa vaghezza circa le azioni concrete susseguenti (anche se basterebbe aumentare il numero di cestini raccogli-deiezioni e promuovere la distribuzione di posacenere tascabili, possibilmente senza riferimenti elettoralistici), si è trovato a discuterne almeno una volta dinanzi ad un caffè al bar, rimaniamo interdetti e increduli circa la risposta dataci a riguardo della comparsa di alcuni bidoni adibiti alla raccolta indifferenziata in via “Martiri delle Foibe”.

Interrogato sulla questione, l’assessore ha comunicato di aver ricevuto numerose segnalazioni dai residenti del quartiere circa l’abbandono dei rifiuti in quella zona e che gran parte delle sanzioni comminate a chi si era dimostrato colpevole del suddetto abbandono non erano mai state pagate. Da ciò la scelta di posizionare quei bidoni per evitare l’accumulo di rifiuti sul ciglio della strada. Tralasciando la presa d’atto dell’inefficacia di misure deterrenti quali le comuni sanzioni e l’amarezza per la consequenziale perdita di certezza circa la capacità di smuovere le coscienze data dal succitato manifesto, alla domanda se quei bidoni fossero destinati ai soli residenti o anche ad altri cittadini, la risposta dell’assessore Etna ci ha sorpreso; ovviamente in negativo.

La trascriviamo per non omettere alcun passaggio significativo (per chi volesse controllare, dal minuto 110 in poi della diretta Facebook dell’ultimo consiglio comunale): “questo non significa che questo tipo di conferimento è autorizzato, anzi! Solleciterò il comandante a controllare ed eventualmente sanzionare perché trattasi sempre di abbandoni. […] mi chiedete anche se l’utilizzo dei bidoni è riservato ai residenti del quartiere o a tutti i cittadini. Per quello che ho appena detto non è autorizzato a nessuno”.

Che dire: apprezziamo la buona volontà ma non ne capiamo il senso. Da un lato c’è l’incapacità di porre rimedio ad una situazione “atavica” (sempre citazione dell’Assessore); dall’altro c’è una soluzione a quanto pare di facciata perché il conferimento in quei bidoni è comunque vietato e sanzionabile (con le multe comminate per l’abbandono che presumibilmente andrebbero ad accrescere ulteriormente il volume di indifferenziato). Ma magari siamo solo noi a non capire e magari l’unica cosa importante è proprio quella “facciata”; far credere ad alcuni di aver risolto un problema quando in realtà non lo si è risolto affatto o non lo si è risolto con gli strumenti a nostro avviso più adatti. Ma forse in campagna elettorale tutto ciò può trovare quel senso che noi, pur sforzandoci, manchiamo di individuare.

Infine, una domanda: memori della scorsa campagna elettorale e della città letteralmente invasa da alcuni specifici santini elettorali (di un’altresì specifica forza politica di maggioranza), nel caso ciò dovesse riaccadere, almeno quelli, in deroga ai divieti, li potremo gettare nei suddetti bidoni? Siamo persone per bene e ci teniamo all’ambiente”.

Uff. Comunicazione “Città di Tutti – La Bottega”

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