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Strage di alberi in Via Paolo Cassano

A soccombere sotto i colpi delle motoseghe sono stati questa volta otto pini adulti di discrete dimensioni, la cui chioma, oltre a costituire un ampio riparo per l’avifauna sinantropica, nel periodo estivo garantiva un’estesa zona d’ombra alla via in cui erano ubicati e ai fruitori dell’area attrezzata ivi presente.

L’abbattimento delle piante è avvenuto contestualmente ai lavori di rifacimento della summenzionata piazzetta e dell’annessa area giochi.

Trattandosi di beni di pubblico interesse, la cui distruzione comporta un danno per l’intera collettività, sarebbe auspicabile che la cittadinanza e i residenti della zona possano essere messi al corrente circa le motivazioni che hanno portato al taglio delle piante.

In particolare sarebbe apprezzabile se l’Amministrazione volesse chiarire chi e perché ha deciso l’abbattimento delle piante; se lo stesso fosse previsto nel progetto di ammodernamento dell’area o se la necessità di eradicazione sia subentrata in seguito e per motivi che dovrebbero essere ben argomentati nella perizia di un tecnico.

Secondo quanto riportato sul profilo Facebook del Comitato cittadino di Zona Via Paolo Cassano, nell’interfacciarsi con i residenti riguardo ai lavori in oggetto, nei mesi scorsi il Sindaco aveva parlato della messa in sicurezza dei marciapiedi, senza tuttavia specificare che la stessa sarebbe avvenuta mediante il taglio degli alberi.

La società civile diventa progressivamente sempre più sensibile e attenta alle questioni ambientali e anche alla tutela e alla cura del verde urbano che viene percepito come un bene comune da proteggere e come una risorsa funzionale alla tutela del territorio e all’implementazione della qualità dello stesso.

Per questo motivo sempre più spesso negli ultimi anni il taglio di un numero crescente di alberi ha scatenato sollevazioni popolari e indignazione da parte della cittadinanza. L’Amministrazione comunale questo lo sa bene. Si ricordi a proposito la vicenda dei Pioppi di Via Donnola, risalente ad un paio di anni fa, quando l’opposizione di un gran numero di cittadini costrinse l’amministrazione a fare un passo indietro in merito all’abbattimento di alberi considerati pericolosi e pericolanti.

Le piattaforme social, strumento ormai imprescindibile delle istituzioni a tutti i livelli, possono essere utilizzate non solamente come cassa di risonanza e vetrina delle iniziative della politica, ma anche per consentire un’interazione più agevole e snella con i cittadini, anche quando sia necessario rendere note le motivazioni che portano a scelte a volte discutibili e non sempre popolari come l’abbattimento di alberi.

Va da se dunque che se l’Amministrazione, o uno qualunque dei suoi rappresentanti, può annunciare con orgoglio sul proprio profilo social l’avvio dei lavori di ristrutturazioni di una determinata area, può, allo stesso modo, fornire delucidazioni alla cittadinanza in merito a provvedimenti che si sono rivelati essere meno popolari del previsto.

A prescindere dalle motivazioni relative all’abbattimento e anche qualora queste ultime fossero riconducibili a necessità di pubblica sicurezza – come spesso viene raccontato ogni qual volta che qualche albero soccombe – restano al suo, assieme a foglie e a rami spezzati, alcune riflessioni amare.

Guardandosi intorno ci si rende conto che di strade dissestate e di pericoli per l’incolumità pubblica e per la salute, ovunque nel mondo, siamo circondati.

La qualità dell’aria che respiriamo, dell’acqua che beviamo, del cibo che mangiamo, lo stile di vita che conduciamo sembrano essere elementi più trascurabili di una radice fuori posto o di qualche animale selvatico troppo vicino ai perimetri urbani.

Si legge di progetti rivolti alle scolaresche in cui emerge che l’educazione alimentare nelle scuole italiane è appannaggio di alcune multinazionali americane che producono prodotti processati e pieni di zuccheri e che spiegano ai bambini cosa ingoiare a colazione insieme ad un bel bicchiere di latte vaccino (il che sarebbe un po’ come affidare progetti di educazione alla salute al CEO della Philip Morris); il tutto col plauso delle istituzioni e forse pure dei genitori.

A tutto ciò che sta avvelenando luoghi e corpi, spesso istituzioni e le società si genuflettono veneranti.

Ma agli alberi e agli animali no, non si perdona mai niente!

D’altra parte siamo la specie superiore, la più forte; abbiamo secoli di esperienza nel dominio e nella sottomissione dei più deboli e dell’ambiente.

È molto probabile che i cittadini gioiesi nell’alzare gli occhi al cielo per osservare lo spazio vuoto lasciato dalle chiome degli alberi abbattuti si imbattano nella vista e nel frastuono di qualche velivolo militare che sorvola regolarmente il cielo cittadino.

Certo, poco avrebbero potuto fare quegli alberi per limitare un inquinamento acustico così potente e costante; ma per limitare l’inquinamento dell’aria, nove alberi adulti in più su un territorio sono sempre meglio che nove alberi adulti in meno.

Sicuramente se ne pianteranno di nuovi, giovani, che avranno bisogno del loro tempo per assorbire smog e Co2.

Nel frattempo qualche amministratore si farà un bel selfie con i giovani arbusti e con le giostrine nuove di zecca e non mancherà, in questo caso, di postarlo sui social, come a voler dire, ad adulti e bambini: “Guardate, stiamo lavorando per voi”. Si, alla fine del mondo! [di Ivana Guagnano]

HAN SRADICATO UN ALBERO

Han sradicato un albero.

Ancora stamani

il vento, il sole, gli uccelli

l’accarezzavano benignamente. Era

felice e giovane, candido e eretto,

con una chiara vocazione di cielo

e un alto futuro di stelle.

Stasera giace come un bimbo

esiliato dalla sua culla, spezzate

le tenere gambe, affondato

il capo, sparso per terra e triste,

disfatto in foglie

e in pianto ancora verde, in pianto.

Questa notte uscirò – quando nessuno

potrà vedere, quando sarò solo-

a chiudergli gli occhi ed a cantargli

quella canzone che stamani il vento

passando sussurrava.

Rafael Alberti

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