ATTENZIONE. A Gioia è in atto la truffa dello specchietto rotto
Nella mattinata di oggi, domenica 14 aprile, in via Giovanni XXIII, all’altezza del caseificio Curci, un nostro concittadino ex dipendente comunale, Giovanni Picaro, ha rischiato di restare vittima di questa truffa.
Un ragazzo, alto con il pizzetto, alla guida di un’uto scura, ha tentato di mettere in atto la ormai arcinota “truffa dello specchietto”. Fortunatamente Giovanni, che tornava a casa a Castellaneta in auto con il suo bambino, non è caduto nella trappola.
Nonostante sia stato rincorso dal truffatore, alla sua richiesta di fermarsi per risolvere il danno procurato, ovvero la rottura dello specchietto causata dall’urto tra le due auto, mentre era al telefono ha mimato che stava chiamando i Carabinieri.
Avendo intuito di essere stato “sgamato”, il truffatore si è dileguato, cambiando strada e facendo perdere le proprie tracce.
Quindi si invitano tutti i nostri lettori a fare attenzione e possibilmente a prendere il numero di targa dell’auto dei presunti danneggiati o denunciare il tutto alle Forze di Polizia.
La truffa con lo specchietto è purtroppo la più utilizzata sulle strade per truffare ingenui automobilisti, inducendoli a pagare una somma per riparare al danno causato all’auto del truffatore, anche se in realtà la rottura dello specchietto non è mai avvenuta.
Si tratta di un trucco molto semplice che consiste nel far credere all’automobilista che la sua macchina, abbia involontariamente urtato il retrovisore dell’auto di chi sta mettendo in atto la truffa.
La vittima della truffa sentirà il rumore di un colpo secco molto forte sulla propria carrozzeria, di solito sulla fiancata, provocato da un oggetto per dare l’illusione di un urto immediato.
Subito dopo entrano in scena i lampeggianti e un’auto solitamente intima alla vittima di fermarsi. Il conducente sostenendo che gli è stato rotto lo specchietto, indicando il suo retrovisore chiaramente già danneggiato, cerca a questo punto di convincere il malcapitato ad un esborso di alcune centinaia di euro per evitare di coinvolgere l’assicurazione o i vigili, magari anche con l’aiuto di “un compare”, pronto a testimoniare che è andata proprio così.
Solitamente chi è vittima di questa truffa paga, convinto di aver recato un danno o per paura che dalla truffa si passi alla rissa.
In questi casi, dopo aver sentito un forte colpo ed in presenza di lampeggianti o persone che chiedano di accostare, non ci si deve fermare ma chiamare prontamente la polizia o i carabinieri dal cellulare restando all’interno dell’auto, segnalando se possibile anche il numero di targa.