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Autonomia differenziata – Quali conseguenze? Parliamone

Con l’approvazione del 23 gennaio scorso disegno di legge Autonomia Differenziata al Senato, il “Ddl Calderoli” è arrivato a un giro di boa, ora si aspetta la discussione della Camera dei Deputati: molti interrogativi affiorano negli animi del popolo italiano. I timori maggiori riguardano la eventuale conferma dei pericoli di sostenibilità finanziaria a livello nazionale e di iniquità tra territori.

Di questo argomento e di molti altri se ne parlerà il 22 marzo alle 18.30 nell’autorevole cornice del Chiostro Comunale di Gioia del Colle. Il convegno è stato organizzato da Tonia Scarnera coordinatrice del circolo di Gioia del Colle “Libertà e Giustizia-Vito A. Vinci”, con il patrocinio del Comune di Gioia del Colle, all’interno della rassegna “Percorsi di Partecipazione”, dal titolo “Autonomia differenziata, quali conseguenze?”. Si prospetta un dibattito serrato visto il peso dei Relatori della serata che saranno Nicola Colaianni – Magistrato, Avv. Giovanni Mastrangelo – Sindaco di Gioia del Colle, Dottoressa Vanna Pontiggia – Psicologa, Ignazio Zullo – Senatore Fdl, moderatore Franco Deramo – Giornalista pubblicista, interverrà il Direttore dei Distretti ASL BA Gioia-Putignano Dr. Andrea Gigliobianco.

Si tratta di un argomento davvero caldo quello dell’Autonomia differenziata, perché privo ancora di un meccanismo di finanziamento e “perequazione”, per utilizzare un termine normativo, delle funzioni già oggi attribuite alle regioni. Il testo sarà valutato dalla Camera, che si presume lo stimi definitivamente in tempi strettissimi, l’interesse è quello di approvarlo presumibilmente prima delle elezioni europee di giugno.

Qual è l’obiettivo di approvazione di questo Ddl? E, ancora, perché alcuni partiti politici spingono sull’acceleratore affinché si approvi il “Ddl Calderoli”? Una volta approvata la legge, le regioni che lo vorranno potranno subito presentare le proprie richieste di attribuzione di nuove funzioni al governo, ma limitatamente alle materie meno sensibili sul piano dei diritti civili e sociali, quelle su cui molti hanno rinvenuto nella legislazione vigente rilevanti livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Tra le cosiddette “materie non-Lep” ci sono spicchi di azione pubblica rilevante, come la previdenza complementare e integrativa, il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario la protezione civile. Per le istanze di attribuzione delle moltissime altri interessi della collettività, tra cui le funzioni pubbliche decentrabili, tra le quali quelle di maggiore rilievo sul piano dei diritti dei cittadini e della portata finanziaria, come l’istruzione, la tutela dell’ambiente, le grandi reti di trasporto o gli interventi nel campo della cultura, su cui invece la normativa attuale stabilisce standard nazionali, le regioni dovranno attendere: a tutela della “solidarietà” nazionale, il governo dovrà prima, attraverso appositi decreti, riconoscere i relativi Lep e valutare, oltre gli standard delle risorse finanziare necessarie per garantirli nei diversi territori regionali, anche e soprattutto la presenza territoriale istituzionale degli enti, secondo un processo reattivo a catena, che si dovrebbe concludere entro la fine del 2024, grazie e soprattutto dopo il rinvio introdotto dal recente decreto Milleproroghe.

Un dibattito di gran lunga interessante, per la cittadinanza che è invitata a partecipare a questo Convegno di vitale importanza per la popolazione italiana.

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