In ricordo della maestra Anna Maria Romano Fasano
Ricordiamo l’amatissima maestra Anna Maria Romano Fasano, venuta a mancare il 24 febbraio, ultima presidente dello Zonta International Club, con questo articolo pubblicato nel 2016. Le esequie si terranno nella Chiesa di San Francesco alle ore 16 lunedì, 26 febbraio. Alla famiglia, a Michele, Betty e Linda il più sincero cordoglio della Redazione.
RITROVARSI DOPO 43 ANNI CON LA MAESTRA ANNA ROMANO FASANO
“Agosto è mese di vacanze ed incontri, ed anche di ricordi. Per quelle bimbe che trepidanti ed emozionate nel 1973 varcarono la San Filippo Neri per dare inizio alla loro avventura scolastica, ritrovarsi 43 anni dopo con la loro “maestra” Anna Romano Fasano è una grande gioia, ancor di più se vissuta con lo stesso immutato spirito di allora e tanto affetto.
Non ci sono tutte, non è mai facile esserlo per impegni e vicissitudini varie che la vita impone, ma le irriducibili Mary De Rosa, Antonella Mirizio, Rosa Carucci, Sara Vitto, Maria Colacicco, Mariella Ludovico, Angela Muia, Caterina Donvito, Adriana Redavid ed Antonella Galasso – una significativa task force della scolaresca -, armate di vassoio di pasticcini il 19 agosto invadono il soggiorno della maestra che garrula e felice le bacia, abbraccia ed accarezza tutte con lo sguardo, prima di abbandonarsi ai ricordi che come un fiume in piena travolgono anche chi in quegli anni non c’era.
È il secondo anno che si riuniscono. Il primo incontro – secondo tradizione – le ha viste insieme riunite in un momento conviviale.
Quel che si percepisce “a pelle” è tanto, reciproco affetto. Anna Romano Fasano (all’epoca il cognome del marito era d’obbligo) era una giovane docente colma di entusiasmo al pari delle sue alunne, tutte rigorosamente femminucce, pronta a dispensare non solo conoscenze e competenze, ma anche esempi di vita ed a sperimentare con loro il percorso verso i vari saperi amati ancor prima che studiati. La passione e l’amore per lo studio era, è e sarà il più grande insegnamento, qualunque sia il metodo adottato.
Non mancano gli aneddoti: la bacchetta “Carolina”, spauracchio di punizioni, la cintina in stoffa del grembiule annodata alla sedia che trasformava in tartarughine le più vivaci, i soprannomi: Patatina, Gambacorta, Fontanella…, le lettere d’amore scritte “alla maestra” e le risposte, gelosamente conservate per tanti anni, e persino il ricordo delle “Guide al comporre” e gli esercizi di grammatica…
“Maestra, se ho avuto delle buone basi in grammatica, lo devo a voi!” esclama una delle alunne. Un’altra ha tra le mani le foto dei suoi tre bellissimi figli; Angela che ha creato il “gruppo”, aggiorna la maestra sulle assenti… tutte si raccontano e scoprono la gioia di essersi ritrovate, promettendo di non perdersi più di vista e tornare a bere un caffè insieme, oltre che far visita alla loro maestra che conserva gelosamente l’elenco dei contatti telefonici e promette di richiamare tutte… all’appello!
Sara scopre di essere stata la maestra di buona parte dei figli delle sue amiche, Katia (all’epoca Caterina) non ha completato il quinquennio con la maestra Anna che ancor oggi, a distanza di anni si scusa per averla bocciata. È ancor vivo il ricordo di quella domanda rivolta ai suoi genitori cui la maestra chiese consiglio, prima di esprimere il suo giudizio sempre e soltanto per il bene dell’alunna. E la visita di Mariella, rimandata a causa della neve ma mai dimenticata, la timidezza di Antonella, le voci squillanti delle più chiacchierine (ancora oggi tali), la vivacità di Angela, indomita e sempre irrequieta in aula.
E tra le domande d’obbligo: “Cosa fai?”, “Sei sposata?”, “Quanti figli hai?”
Casalinghe, poliziotte, impiegate, docenti, la vita ha loro dispensato gioie e dolori, i segni sono nello sguardo e sulla pelle, ma quella antica, fresca gioiosità c’è ancora e brilla negli occhi. Tornare ad abbracciare la loro maestra, non poi tanto cambiata negli anni, ancor bionda “naturale” e sorridente, è un po’ tornare bambine!
Nel tempo come nella vita è tutto relativo, tranne la gioia di ritrovarsi e condividere istanti di pura, fanciullesca felicità”.